I Simboli della Fede Cristiana

Fin dall’epoca più antica, i Cristiani hanno usato delle formule che sintetizzano la fede nei suoi punti essenziali allo scopo di rinsaldare la propria fede, istruire i nuovi convertiti e trasmettere la fede ai propri figli. Se ne trovano esempi già in alcuni passi delle epistole del Nuovo Testamento che sono vere e proprie sintesi di punti di fede.

Molto presto, la Chiesa volle esprimere tali formule in compendi sistematici ove fossero esposte le dottrine essenziali della religione cristiana, sia per essere d’ausilio alle chiese nella catechesi, sia per rispondere alle eresie che via via andavano diffondendosi. Tali compendi prendono il nome di Professioni di fede, o Credi (dalle prime parole con cui generalmente iniziano, «Io credo»), o anche Simboli di Fede.

La parola greca σύμβολον (symbolon) significa segno di riconoscimento, contrassegno, emblema o patto tra due parti. Tale segno di riconoscimento, sotto forma di un sigillo di terracotta spezzato in due parti, veniva ricomposto per accertare l’identità di chi ne portava una parte. Il Simbolo della fede, quindi, è un contrassegno che identifica i Cristiani distinguendoli dai pagani secondo una formula concordata e approvata dalle chiese. Il termine simbolo fu usato in questo senso intorno al 250 d.C. da Cipriano di Cartagine proprio per indicare la sua funzione di emblema di corretta dottrina e di comunione tra i credenti.

La Chiesa Presbiteriana e Riformata in Italia professa con piena adesione e convinzione i quattro simboli di fede antichi, che godono della più ampia diffusione tra le confessioni cristiane: Il Simbolo Apostolico, il Credo di Nicea-Costantinopoli, il Credo di Calcedonia e il Simbolo Atanasiano.

Tali simboli vengono anche detti Credi Ecumenici per indicare la loro cattolicità, o universalità.

Il Simbolo Apostolico

Questo credo viene chiamato il Credo o Simbolo degli Apostoli o Apostolico, non perché sia stato prodotto dagli apostoli stessi, ma perché contiene una breve sintesi dei loro insegnamenti. Scritto nel II secolo, esso espone la loro dottrina, come è stato detto appropriatamente, “con sublime semplicità, insuperata brevità, ordine elegante, e solennità liturgica”. Nella sua forma attuale risale a non più tardi del quarto secolo. Più di qualsiasi altro credo del Cristianesimo, può essere giustamente chiamato un simbolo di fede ecumenico.

Io credo in Dio,
Padre Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
E in Gesù Cristo, Suo unigenito Figlio, nostro Signore;
il quale fu concepito dallo Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
soffrì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì, e fu sepolto;
discese agli inferi.
Il terzo giorno risuscitò da morte.
Ascese al cielo e siede alla destra di Dio Padre Onnipotente;
Di là verrà di nuovo per giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,
la santa chiesa cattolica,
la comunione dei santi;
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
AMEN.

Il Credo Niceno-Costantinopolitano

Il credo Niceno, detto anche Niceno-Costantinopolitano, fu formulato inizialmente nel Primo Concilio ecumenico, tenutosi a Nicea nel 325 d.C. per rispondere all’eresia Ariana che negava la divinità di Cristo. Fu sottoposto a revisione nel Secondo Concilio ecumenico di Costantinopoli nel 381 d.C. come risposta all’eresia che negava la divinità dello Spirito Santo. Sia la Chiesa Greca, o d’Oriente, che la Chiesa Latina, o d’Occidente, avevano un’alta considerazione di questo credo, ma una differenza divise le due Chiese. La Chiesa d’Occidente insisteva che si includesse la frase “e dal Figlio” (nota come Filioque) nell’articolo sulla processione dello Spirito Santo, mentre la Chiesa d’Oriente la ripudiava. Questa divisione permane fino al tempo presente.

Io credo in un solo Dio, Padre Onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà.
AMEN.

Il Credo di Calcedonia

Questo credo fu definito nel quarto concilio ecumenico, tenutosi nel 451 d.C. a Calcedonia, nell’attuale Turchia. Contro alcune eresie diffuse all’epoca riguardanti la natura di Cristo, afferma la dottrina ortodossa su Cristo nel quale la perfetta natura divina e la perfetta natura umana sono presenti in un’unica persona.

Seguendo i santi padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio,
il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità,
vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo,
consostanziale al Padre per la divinità e consostanziale a noi per l’umanità,
simile in tutto a noi fuorché nel peccato,
generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità
e nato in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria,
vergine e madre di Dio (theotokos), secondo l’umanità,
unico e medesimo Cristo, signore unigenito;
da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili,
non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione,
ma essendo, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura
e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi;
egli non è diviso o separato in due persone, ma è unico e medesimo figlio,
unigenito, Dio, verbo e signore Gesù Cristo,
come un tempo hanno insegnato i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo
e infine come ci ha trasmesso il simbolo dei padri.

Il Simbolo Atanasiano

Atanasio (293-373 d.C.) fu vescovo di Alessandria d’Egitto e fu un difensore dell’ortodossia cristiana contro gli attacchi Ariani alla dottrina della Trinità. Sebbene questo credo non fu scritto da Atanasio, il riferimento nel nome permane per tradizione, in quanto fino al VII secolo esso fu attribuito a lui. Nella sua forma attuale, il Simbolo Atanasiano non è più antico del VI secolo ed è di origine Latina, non Greca. Questo simbolo consiste di due parti: la prima espone la dottrina ortodossa della Trinità (3-28); la seconda espone le dottrine dell’incarnazione e delle due nature di Cristo (29-42).

(1) Chiunque voglia venir salvato, è necessario anzitutto che abbia la fede cattolica:
(2) se qualcuno non l’avrà conservata integra e inviolata, senza dubbio perirà in eterno.
(3) La fede cattolica è che veneriamo un solo Dio nella Trinità, e la Trinità nell’unità,
(4) non confondendo le persone, né separando la sostanza:
(5) altra è infatti la persona del Padre, altra [la persona] del Figlio, altra [la persona] dello Spirito Santo;
(6) ma unica è la divinità del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo, eguale la gloria, coeterna la maestà.
(7) Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale anche lo Spirito Santo:
(8) non creato il Padre, non creato il Figlio, non creato lo Spirito Santo;
(9) immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo;
(10) eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo;
(11) e tuttavia non tre eterni, ma un solo eterno;
(12) come neppure tre non creati, né tre immensi, ma un solo non creato [immenso] e un solo immenso [non creato].
(13) Così pure onnipotente è il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo;
(14) e tuttavia non tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.
(15) Così è Dio il Padre, Dio il Figlio, Dio lo Spirito Santo;
(16) e tuttavia non tre Dèi, ma un solo Dio.
(17) Così è Signore il Padre, Signore il Figlio, Signore lo Spirito Santo;
(18) e tuttavia non tre Signori, ma uno solo è Signore:
(19) giacché come veniamo obbligati dalla verità cristiana a professare ogni persona singolarmente come Dio e Signore,
(20) così la religione cattolica ci vieta di parlare di tre Dèi o Signori.
(21) Il Padre non fu fatto da nessuno, né creato, né generato;
(22) il Figlio è solo dal Padre, non fatto né creato, ma generato;
(23) lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio, non fatto né creato, né generato, ma procedente.
(24) Dunque un solo Padre, non tre Padri, un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi.
(25) E in questa Trinità nulla è prima o dopo, nulla maggiore o minore,
(26) ma tutte le tre persone sono tra loro coeterne e coeguali.
(27) Così che in tutto, come già è stato detto sopra, dobbiamo venerare sia l’unità nella Trinità sia la Trinità nell’unità [la Trinità nell’unità che l’unità nella Trinità].
(28) Chi dunque vuole essere salvato così deve pensare della Trinità.
(29) Ma è necessario per la salvezza eterna credere anche fedelmente l’incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo.
(30) È dunque fede retta che rendiamo e professiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio di Dio è [parimenti e] Dio e uomo:
(31) è Dio generato dalla sostanza del Padre prima dei secoli, ed è uomo nato dalla sostanza della madre nel tempo;
(32) perfetto Dio, perfetto uomo sussistente di anima intelligente e di carne umana;
(33) eguale al Padre secondo la divinità, inferiore al Padre secondo l’umanità;
(34) egli, sebbene sia Dio e uomo, non è tuttavia in due, ma un solo Cristo;
(35) uno solo però non per la trasformazione della divinità in carne, ma per l’assunzione dell’umanità in Dio;
(36) uno solo nella sua interezza, non per confusione della sostanza, ma per l’unità della persona.
(37) Infatti come un solo uomo è anima intelligente e carne, così l’unico Cristo è Dio e uomo.
(38) Egli patì per la nostra salvezza, discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò dai morti,
(39) ascese ai cieli, siede [si assise] alla destra del Padre, di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
(40) Alla sua venuta, tutti gli uomini risorgono con i [nei] loro corpi e renderanno ragione della loro opere;
(41) e quanti operarono il bene, andranno alla vita eterna, quanti invece il male, nel fuoco eterno.
(42) Questa è la fede cattolica: chiunque [chi] non l’avrà creduta fedelmente e fermamente, non potrà essere salvato.


Le traduzioni presenti in questa pagina si trovano in:
Fabbri R. (a cura di), Confessioni di fede delle chiese cristiane, Bologna, Centro editoriale dehoniano, 1996.